Sono stati molteplici gli eventi globali che hanno messo duramente alla prova il settore agricolo negli ultimi anni e le direttive comunitarie contenute nel Green Deal sulla lotta al cambiamento climatico sono state tutt’altro che d’aiuto, anzi sono state discriminanti ed estremamente penalizzanti: moltissime sono state le limitazioni imposte agli allevamenti e alle colture.
L‘equiparazione dell’inquinamento degli allevamenti a quello delle grandi fabbriche è semplicemente vergognoso e ignobile. È opportuno revisionare adeguatamente la Direttiva Nitrati (91/676/CEE) nell’ottica di valorizzare i sottoprodotti agricoli riequilibrando i nutrienti all’interno del terreno e di adeguarla rispetto all’evoluzione tecnologica che in trent’anni ha fatto passi da gigante nella direzione dell’uso efficiente dell’azoto organico.
È inoltre necessaria una modifica del Green Deal che non è economicamente sostenibile per le aziende agricole tipicamente a monocoltura, soprattutto nei requisiti della strategia “Farm to Fork”.
Istituiamo regolamenti stringenti che contrastino efficacemente l’ingresso sul mercato di cibi sintetici come abbiamo fatto in Italia, promuovendo la nostra cultura culinaria e l’agroalimentare di qualità a difesa del settore agricolo, tutelando le produzioni tipiche e di qualità del Made in Italy.
Contrastiamo la concorrenza sleale per salvaguardare la nostra sovranità alimentare ed impegniamoci quotidianamente ad ascoltare lavoratori e associazioni di categoria, per ridare al comparto agricolo la giusta dignità, contrastando politiche scellerate e favorendo con buon senso un nuovo approccio a provvedimenti che possano migliorare le politiche comunitarie.
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